In Val Morobbia a rievocare “storie di confine”

“Nel novembre del 1916 le Truppe ticinesi erano accampate nei pressi del Passo San Jorio (al Confine italo-svizzero sullo spartiacque tra la Val Morobbia e la comasca Valle Albano, sopra Dongo) in tenda, con 30 cm di neve fresca” – Fonte: Fondo del Divisionario a.r. Francesco Vicari

La stessa fonte ci dice che nel 1917 alla Caserma Sommafiume (I), appena al di là della Bocchetta di Albano ai cui piedi siamo giunti sulla sterrata dall’Alpe di Giumello, c’erano: 150 posti, un forno per la panificazione in proprio, una teleferica che scendeva in Valle Albano e un telefono che collegava la caserma con i Comandi sul Lago di Como. Tutto questo inserito in un dispositivo italiano che, unitamente ad altri ricoveri militari, si estendeva, appena sotto il crinale, dal Passo San Jorio fino alla bocchetta del Motto della Tappa, affacciato sulla Val Cavargna.
Da questa parte della “cresta”, la Val Morobbia e la Val d’Arbino.
Ben si comprende, dunque, perché negli anni 1935-36, da parte dell’Esercito svizzero, i ricoveri di montagna per le truppe della Bocchetta di Albano e del Buco di Giumello furono rimessi a nuovo per ospitare ognuno 4 ufficiali e 80 tra sottufficiali e soldati.
Infatti, più tardi, con la Mobilitazione generale del 1939, il Battaglione carabinieri di montagna (fino a 800 uomini) al comando del Maggiore Martinoni occupava diverse posizioni: sopra Carena (“Bosco dei sospiri”), l’Alpe di Giumello, presso il Passo San Jorio, la Cima di Cugn e la località Biscia. Questo la dice lunga sull’importanza strategica del crinale che si snoda dal Passo del San Jorio alla bocchetta del Motto della Tappa. Il dispositivo mirava ad ostacolare una potenziale irruzione nemica “alle spalle” di Bellinzona e di tutto il dispositivo sottocenerino e del Piano di Magadino. Il Servizio d’informazione elvetico era al corrente del Piano d’invasione del Canton Ticino, allestito nel 1940 dal generale Vercellino, che prevedeva anche l’invasione tramite il Passo San Jorio (dalla Valle Albano) e la bocchetta del Motto della Tappa (dalla Val Cavargna) con la Divisione di montagna Marche (effettivo: da 10’000 a 30’000 uomini – Fonte: tabellone storico presso la Fortezza San Gottardo-Sasso da Pigna). La summenzionata Divisione sarebbe scesa nel Bellinzonese dalla Val Morobbia e dalla Valle di Arbedo.
Veniamo però ora in concreto alla nostra uscita di domenica 29 giugno. Il ritrovo, fissato alle 08h00 al Campo sportivo di Camorino, ci ha trovati pronti e motivati con 11 veicoli e 22 partecipanti. Dopo il benvenuto da parte del presidente Angelo e l’orientamento da parte di Vittorio, il convoy ha affrontato la salita: dai 220 mslm di Camorino ai ben più freschi 958 mslm di Carena, passando per Pianezzo, S. Antonio e Melera. “Inforcata” da lì Via della Dogana (il nome la dice lunga sul suo ruolo), già si percepiva la frescura emanata dal fitto bosco fin su all’Alpe. Quindi, inserite nei nostri mezzi le 4 trazioni e le ridotte, ci si siamo “arrampicati” – viaggiando su una pista sterrata hard e per quasi un paio di chilometri – fin su al Corte dei Lagoni per ammirare un superbo panorama, fare la foto ricordo ed ascoltare alcune contestualizzazioni storiche e geografiche. Alla domanda di Giuliano circa la visibilità della sua amata Val Caneggio abbiamo dovuto rispondere che, purtroppo, da lì la Valle non era visibile, ma la vetta del Camoghé, quella si stagliava chiaramente contro l’azzurro del cielo! Ridiscesi all’alpe siamo stati accolti calorosamente dall’ing. Nicola Widmer, collaboratore scientifico dell’Azienda agraria cantonale di Mezzana e responsabile dell’alpeggio.
L’ingegnere ci ha ben illustrato le caratteristiche dell’Alpe con i vari edifici del corte principale, il personale (casaro, pastori, diversi aiutanti), gli animali (mucche, maiali), i prodotti del caseificio (formaggio DOP, formagella, burro, ricotta). Ha pure sottolineato un paio di difficoltà per la vita dell’alpe: la presenza del lupo e la siccità che non favorirebbe la crescita dell’erba sui pascoli.
Dopo i ringraziamenti da parte del nostro Pres, è partito il momento conviviale con il tradizionale HafliPinzAperitivo. Sono seguiti i saluti e, successivamente, la discesa a Carena dove, sotto le fresche frasche della terrazza del Ristorante della Posta, abbiamo gustato squisite guancette di maiale con polenta ed allegramente conversato prima di rituffarci nella calura del Piano di Magadino e del Sottoceneri.
Un’altra apprezzata uscita del Club!
Alla prossima!

Carlo

Autocolonna
11 mezzi militari storici (4 Haflinger 700AP, 1 Puch 230GE, 2 Jeep Willys CJ 3B, 1 Jeep Willys CJ 3A, 2 Jeep Kaiser CJ 5 1 Alfa Romeo AR31)

Partecipanti
22

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