La spedizione in Val Onsernone

Come si potrebbe definire l’uscita che il Club ha effettuato nelle Valli Onsernone e Vergeletto, se non impegnativa, ma intrigante ed appagante?
Sono strette e profonde queste valli fluviali dove la strada si aggrappa al pendio e sale in un susseguirsi di curve e tornanti da capogiro, senza dimenticare la notevole opera di Ponte Oscuro. Proprio lì, dove a guardar di sotto vengono le vertigini, la nostra attenzione è stata attirata da un gruppo scultoreo posto proprio all’incrocio delle tre strade. La didascalia in basso a destra dice: “La leggenda della MISERIA” – Agosto 2019 – R. Pache. Sul momento non ho colto il vero significato dello scritto.
L’indomani però, digitando in rete “Ponte Oscuro Onsernone”, l’attenzione è caduta su un articolo del Corriere del Ticino datato 27 luglio 2019. Vi consiglio di andare a leggerlo perché, oltre alla gustosa leggenda, aiuta ad ulteriormente capire i problemi che il vivere in valle ha posto e ancora pone oggigiorno. Detto ciò, torniamo alla cronaca della nostra giornata. Salendo in Val Vergeletto i tornanti sono da pennellare per non dover manovrare inutilmente. Il convoy, ben coordinato da Nathan con la supervisione di Vittorio, dai 318 m.s.l.m. di Cavigliano è giunto ai 906 m.s.l.m. del paese di Vergeletto. È stato un avvicendarsi di curve a 180°, in poco spazio, per guadagnare quota nella valle incassata. Col dovuto rispetto per le grandi opere di genio civile, questi manufatti meritano una menzione accanto alle notevoli realizzazioni delle strade della Tremola e dello Stelvio.
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Forte Mondascia e HafliPinz Ti: insieme per coltivare la memoria

È sulla base di questa riflessione – che in particolare vuol far riferimento al “I° Raduno Internazionale Veicoli Militari Storici”, evento importante organizzato al Forte Mondascia il 18-19 giugno 2005 con la collaborazione di un allora giovanissimo HafliPinz Ti – che il nostro Gruppo ha deciso di partecipare al “Raduno Mezzi Militari Storici” del 7 settembre scorso.
All’invito del nostro Comitato direttivo hanno risposto presente numerosi soci, coi loro bei mezzi, e diversi simpatizzanti.
Questi i 13 veicoli militari storici presentati dai nostri associati: 1 Pinzgauer 710M, 1 Pinzgauer 710K, 2 Puch 230GE, 1 Jeep Willys MB, 1 Jeep Willys CJ 3A, 1 Jeep Willys CJ 3B, 1 Jeep Kaiser con rimorchio Bantam, 2 AMG Mutt di cui uno con rimorchio, 1 Alfa Romeo AR51, un bel e “massiccio” Saurer 6 DM nonché la “vecchietta” Ford GPW del 1942.
Oltre ai mezzi di HafliPinz Ti abbiamo incontrato anche un caratteristico Volkswagen Typ 166, meglio conosciuto come Schwimmwagen, e un Jeep Willys CJ 2A.
Alle 10h00 il briefing, condotto dall’amico Giulio, stabiliva le dritte per il défilé in Val Riviera lungo le due sponde del fiume Ticino. Col suo veicolo di testa (J. CJ 3B di Vittorio), HafliPinz Ti ha anche fornito l’adeguato e vivace accompagnamento musicale con marce militari da tutto il mondo. Questo lungo tutto il percorso, come richiamo acustico al bel vedere del convoy.
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Col Gottardo si raddoppia!

Sì, non un commento, ma due!


Sul Passo del San Gottardo e sull’Alpe di Lucendro: una full immersion nella storia patria e nella natura

Baciato dal sole, in una giornata dal cielo terso, il convoy di HafliPinz TI sale, dal Motto Bartola, i 24 tornanti (nel tratto più spettacolare della Tremola) che lo porteranno ai 2108 m.s.l.m. del Passo del San Gottardo, elemento di identità nazionale e cantonale.
Era infatti il 1832 quando, su progettazione dell’ingegnere ticinese Francesco Meschini, viene realizzata la strada carrozzabile del Passo, tra Göschenen ed Airolo. Giunto al colmo e salutato il monumento all’aviatore Adriano Guex, il convoy si dirige verso l’ampio piazzale antistante la Fortezza Sasso da Pigna. Qui Nathan provvede a disporre, in perfetto ordine cronologico, i veicoli per una prima foto ricordo.
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HafliPinz gradito ospite di Ivantus 2025

Sui loro mezzi, tre moschettieri, un D’Artagnan e un Commodoro; ecco parte della delegazione che si è recata in visita sabato 26 luglio al Raduno di mezzi militari d’epoca presso il Campo delle manifestazioni a Clivio, nel Varesotto. Al mattino – oltrepassato il confine ed appena usciti dalla località, sulla sterrata poco dopo il guado d’accesso – il coordinatore del “7° Ivantus Military Fest”, Matteo Amisano, ha accolto calorosamente il nostro coordinatore Vittorio e la delegazione che si è “insediata” tra carri armati, mezzi anfibi di varie stazze ed altri curiosi ed impressionanti mezzi: una buona cinquantina. Alcuni capannoni davano spazio ai tavoli per il pranzo che, previo ritiro dei buoni, veniva servito agli ospiti da uno staff dinamico ed efficiente.
Alle 14h00 il briefing per gli autieri (soldati del corpo automobilistico) che, alle 14h30, alla guida dei loro mezzi avrebbero effettuato il circuito-convoy. Culmine del percorso era Porto Ceresio dove erano previste la sosta sul lungolago con disposizione in mostra statica dei mezzi, l’entrata in acqua dei mezzi anfibi con esibizione d’attracco, il gelato offerto agli autieri dell’autocolonna.
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All’Alpe delle Lagonce, in un turbine di Storia, Tecnica e Geografia

In occasione della “notturna” dell’ottobre 2024, avevamo percorso quella parte della Linea difensiva che dai Monti di Medeglia porta al Mattro e poi a Cima di Dentro.
Sabato 19 luglio scorso abbiamo percorso anche il “fronte occidentale” di questa Linea che trova il suo “caposaldo” nella postazione d’artiglieria (risalente all’anno 1914) che si trova all’Alpe delle Lagonce. Per la sua costruzione ed il suo approvvigionamento occorreva una strada-mulattiera e questa, per ragioni strategiche, fu costruita sul lato nord del crinale montuoso. Una scelta tecnicamente impegnativa a causa del terreno roccioso, ripido e scosceso: un passaggio “scolpito nella roccia” scriveva Giancarlo nel suo commento all’uscita del 2019.
Ecco perché, dal punto di vista tecnico, su questo tratto abbiamo potuto e dovuto rispolverare le nostre conoscenze inerenti le 4 trazioni, le marce ridotte e la manipolazione del “gas a mano”. Giunti all’Alpe delle Lagonce, la presentazione di alcune fotografie storiche da parte del sottoscritto permetteva di meglio contestualizzare le due postazioni per i cannoni da 120 mm. Queste “bocche da fuoco”, adeguatamente brandeggiate su di un “ventaglio” di 180°, potevano colpire fino al Dosso di Taverne eventuali attacchi nemici da Sud e, a Ovest/Nord-Ovest, attacchi nemici sul Piano, tra Magadino e Gordola.
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In Val Morobbia a rievocare “storie di confine”

“Nel novembre del 1916 le Truppe ticinesi erano accampate nei pressi del Passo San Jorio (al Confine italo-svizzero sullo spartiacque tra la Val Morobbia e la comasca Valle Albano, sopra Dongo) in tenda, con 30 cm di neve fresca” – Fonte: Fondo del Divisionario a.r. Francesco Vicari

La stessa fonte ci dice che nel 1917 alla Caserma Sommafiume (I), appena al di là della Bocchetta di Albano ai cui piedi siamo giunti sulla sterrata dall’Alpe di Giumello, c’erano: 150 posti, un forno per la panificazione in proprio, una teleferica che scendeva in Valle Albano e un telefono che collegava la caserma con i Comandi sul Lago di Como. Tutto questo inserito in un dispositivo italiano che, unitamente ad altri ricoveri militari, si estendeva, appena sotto il crinale, dal Passo San Jorio fino alla bocchetta del Motto della Tappa, affacciato sulla Val Cavargna.
Da questa parte della “cresta”, la Val Morobbia e la Val d’Arbino.
Ben si comprende, dunque, perché negli anni 1935-36, da parte dell’Esercito svizzero, i ricoveri di montagna per le truppe della Bocchetta di Albano e del Buco di Giumello furono rimessi a nuovo per ospitare ognuno 4 ufficiali e 80 tra sottufficiali e soldati.
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Alla scoperta dei Teli… non di stoffa

Ancora una volta l’uscita del nostro Club si è rivelata “poliedrica”.
In effetti, questa volta si proponeva – oltre al consueto défilé dei nostri mezzi storici, al godimento dei variegati panorami ed al piacere gastronomico in compagnia – anche un approfondimento geografico e toponomastico.
“Ahi! Parlaa dificil. Stemm cui pee par tera”. Ok.
Qual è la giusta denominazione tra le seguenti? Valle d’Intelvi, Valli d’Intelvi o Val Intelvi? Consultando la cartina topografica si può rilevare come questo territorio sia percorso da diversi corsi d’acqua. I principali sono: un torrente di nome Telo di Osteno (che sfocia cioè presso Osteno nel Lago di Lugano) ed un torrente detto Telo di Argegno (che sfocia presso l’omonima località sul Lago di Como o Lario). Sulla base di questo rilevamento, tenuto conto della presenza di due torrenti di nome Telo, il toponimo significherebbe: “vallis in Teluis” > “valle nei Teli” da cui “vallis in Telvis”, ai nostri giorni denominata Val Intelvi.
Con i nostri mezzi abbiamo quindi svolto una prestazione non indifferente:
1. Risaliti sulla strada della Val Mara (da Maroggia fino alle sorgenti presso il Monte Sighignola);
2. Costeggiato il torrente Telo di Argegno fino ad una delle sue sorgenti presso l’Osteria dell’Alpe;
3. Quasi raggiunta la sorgente del fiume Breggia (sita poco sopra Erbonne), corso d’acqua che percorre la Valle di Muggio per poi gettarsi nel Lario;
4. Costeggiato il torrente Telo di Osteno (che scende da Lanzo per gettarsi nel Ceresio).
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Pieno successo per la Classica di primavera

Andar sul Monte Bar, per barchi e barchesse, è stata la prima uscita della stagione 2025, svoltasi nell’ambito degli Historic Vehicle Days della SHVF, che il Comitato ha voluto dedicare alla riscoperta del Belvedere del Luganese; questo per i soci veterani come per i soci “new” e “re-entry” che hanno così potuto approfondire le conoscenze tra appassionati di “Strong Oldtimer”. In questo contesto, grande piacere ha fatto anche la presenza di un buon numero di “cuccioli” (nel senso di bambini e ragazzi) che si sono divertiti col nostro convoy e che fanno ben sperare per il futuro del Club.
Un tempo splendido ed una natura rigogliosa hanno fatto “frullare per la mente” a qualche partecipante: … ed il galoppar m’è dolce, col mio destrier meccanico, per queste bianche strade.
Occorre comunque ricordare che la gustosa pratica del fuoristrada, un po’ soft ed un po’ hard, che HafliPinz Ti offre ai suoi soci è il frutto di impegnative negoziazioni con gli enti che gestiscono strade e carrarecce altrimenti chiuse al traffico privato. Spetta quindi ad ogni partecipante (come la gran parte dei soci già fa) trasmettere l’immagine di un Club ben organizzato e rispettoso dei luoghi visitati.
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“Notturno” curioso per HafliPinz Ti, in viaggio su una strada centenaria

Anche questa volta la meteo bizzarra non ha fatto sconti. Pioggia era prevista e acquerugiola è arrivata a tentar di scompigliare i piani… ma nemmeno HafliPinz Ti ha fatto sconti.
Dieci veicoli e ventidue partecipanti si sono trovati per gustare l’HafliPinzAperitivo nei pressi dello Splash & Spa di Rivera. Lo splash poteva sembrare ambiguo, ma la buona idea di Nathan di imbandire l’hors d’oeuvre nel sottopasso autostradale, ci ha risparmiato l’aspersione dal cielo.
Un cordiale saluto d’entrata con un brindisi è stato di buon auspicio. Angelo e Vittorio hanno dato il benvenuto e comunicato agli autisti le dritte relative al percorso del convoy e così ci si è messi in marcia. Su verso il passo del Monte Ceneri indi in discesa in direzione di Robasacco che, secondo le recenti ricerche etimologiche, deriva da Roba de Sacco ovvero Cose del Casato dei De Sacco che, nel tardo Medioevo, si era spinto dalla Mesolcina fin sulle pendici del Monte Ceneri. Lontano erede dei De Sacco il ‘nostro’ Giuliano ha guidato l’autocolonna attraverso il paese per salire poi a Meggiagra e ai Monti di Calmagnon percorrendo una strada che, nonostante la topografia attuale la classifichi poco più che un sentiero forestale, si è rivelata perfettamente mantenuta come era indicata, per la prima volta, nel Foglio topografico dell’anno 1924, ovvero Strada di 3a classe (larga almeno 2.80m).
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Gribbio! Che giornata quest’uscita con HafliPinz Ti!

Doveva essere una soluzione di ripiego a quella pianificata in Valle Maggia (annullata per gli ingenti danni causati dal tragico nubifragio) ed invece, grazie all’impegno del Comitato e, successivamente, all’entusiasmo dei partecipanti, è risultata un’escursione brillante.
Ci si è trovati puntualmente e salutati cordialmente al ritrovo di Pollegio per poi avviarci, con la nostra autocolonna, verso Nivo e Chironico.
Qui, la deviazione a gomito situata all’entrata del paese ha iniziato ad “ambientarci”.
Curiosamente indicata sulla carta topografica come strada di 2° classe (larga almeno 4 metri, ma non ci è sembrato il caso), la medesima ci ha posto qualche problema di incrocio risolto, a nostro favore, grazie al movimento compatto dei nove veicoli di HafliPinz Ti, numero indicato visivamente alla controparte dal capo-colonna. Per il tratto a strapiombo sopra Lavorgo ci siamo raccomandati alla Madonna della Salute (la chiesetta dedicata si trovava sulla nostra sinistra); indi abbiamo proseguito fino a Gribbio dove, accanto all’Oratorio di San Rocco, l’ampio terrazzo erboso ci ha permesso di schierare “radiosamente” i nostri mezzi in mostra statica davanti all’intero paesino. E i villeggianti non hanno mancato di notarli e di fotografarli.
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