All’Alpe delle Lagonce, in un turbine di Storia, Tecnica e Geografia

In occasione della “notturna” dell’ottobre 2024, avevamo percorso quella parte della Linea difensiva che dai Monti di Medeglia porta al Mattro e poi a Cima di Dentro.
Sabato 19 luglio scorso abbiamo percorso anche il “fronte occidentale” di questa Linea che trova il suo “caposaldo” nella postazione d’artiglieria (risalente all’anno 1914) che si trova all’Alpe delle Lagonce. Per la sua costruzione ed il suo approvvigionamento occorreva una strada-mulattiera e questa, per ragioni strategiche, fu costruita sul lato nord del crinale montuoso. Una scelta tecnicamente impegnativa a causa del terreno roccioso, ripido e scosceso: un passaggio “scolpito nella roccia” scriveva Giancarlo nel suo commento all’uscita del 2019.
Ecco perché, dal punto di vista tecnico, su questo tratto abbiamo potuto e dovuto rispolverare le nostre conoscenze inerenti le 4 trazioni, le marce ridotte e la manipolazione del “gas a mano”. Giunti all’Alpe delle Lagonce, la presentazione di alcune fotografie storiche da parte del sottoscritto permetteva di meglio contestualizzare le due postazioni per i cannoni da 120 mm. Queste “bocche da fuoco”, adeguatamente brandeggiate su di un “ventaglio” di 180°, potevano colpire fino al Dosso di Taverne eventuali attacchi nemici da Sud e, a Ovest/Nord-Ovest, attacchi nemici sul Piano, tra Magadino e Gordola.
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In Val Morobbia a rievocare “storie di confine”

“Nel novembre del 1916 le Truppe ticinesi erano accampate nei pressi del Passo San Jorio (al Confine italo-svizzero sullo spartiacque tra la Val Morobbia e la comasca Valle Albano, sopra Dongo) in tenda, con 30 cm di neve fresca” – Fonte: Fondo del Divisionario a.r. Francesco Vicari

La stessa fonte ci dice che nel 1917 alla Caserma Sommafiume (I), appena al di là della Bocchetta di Albano ai cui piedi siamo giunti sulla sterrata dall’Alpe di Giumello, c’erano: 150 posti, un forno per la panificazione in proprio, una teleferica che scendeva in Valle Albano e un telefono che collegava la caserma con i Comandi sul Lago di Como. Tutto questo inserito in un dispositivo italiano che, unitamente ad altri ricoveri militari, si estendeva, appena sotto il crinale, dal Passo San Jorio fino alla bocchetta del Motto della Tappa, affacciato sulla Val Cavargna.
Da questa parte della “cresta”, la Val Morobbia e la Val d’Arbino.
Ben si comprende, dunque, perché negli anni 1935-36, da parte dell’Esercito svizzero, i ricoveri di montagna per le truppe della Bocchetta di Albano e del Buco di Giumello furono rimessi a nuovo per ospitare ognuno 4 ufficiali e 80 tra sottufficiali e soldati.
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Alla scoperta dei Teli… non di stoffa

Ancora una volta l’uscita del nostro Club si è rivelata “poliedrica”.
In effetti, questa volta si proponeva – oltre al consueto défilé dei nostri mezzi storici, al godimento dei variegati panorami ed al piacere gastronomico in compagnia – anche un approfondimento geografico e toponomastico.
“Ahi! Parlaa dificil. Stemm cui pee par tera”. Ok.
Qual è la giusta denominazione tra le seguenti? Valle d’Intelvi, Valli d’Intelvi o Val Intelvi? Consultando la cartina topografica si può rilevare come questo territorio sia percorso da diversi corsi d’acqua. I principali sono: un torrente di nome Telo di Osteno (che sfocia cioè presso Osteno nel Lago di Lugano) ed un torrente detto Telo di Argegno (che sfocia presso l’omonima località sul Lago di Como o Lario). Sulla base di questo rilevamento, tenuto conto della presenza di due torrenti di nome Telo, il toponimo significherebbe: “vallis in Teluis” > “valle nei Teli” da cui “vallis in Telvis”, ai nostri giorni denominata Val Intelvi.
Con i nostri mezzi abbiamo quindi svolto una prestazione non indifferente:
1. Risaliti sulla strada della Val Mara (da Maroggia fino alle sorgenti presso il Monte Sighignola);
2. Costeggiato il torrente Telo di Argegno fino ad una delle sue sorgenti presso l’Osteria dell’Alpe;
3. Quasi raggiunta la sorgente del fiume Breggia (sita poco sopra Erbonne), corso d’acqua che percorre la Valle di Muggio per poi gettarsi nel Lario;
4. Costeggiato il torrente Telo di Osteno (che scende da Lanzo per gettarsi nel Ceresio).
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Pieno successo per la Classica di primavera

Andar sul Monte Bar, per barchi e barchesse, è stata la prima uscita della stagione 2025, svoltasi nell’ambito degli Historic Vehicle Days della SHVF, che il Comitato ha voluto dedicare alla riscoperta del Belvedere del Luganese; questo per i soci veterani come per i soci “new” e “re-entry” che hanno così potuto approfondire le conoscenze tra appassionati di “Strong Oldtimer”. In questo contesto, grande piacere ha fatto anche la presenza di un buon numero di “cuccioli” (nel senso di bambini e ragazzi) che si sono divertiti col nostro convoy e che fanno ben sperare per il futuro del Club.
Un tempo splendido ed una natura rigogliosa hanno fatto “frullare per la mente” a qualche partecipante: … ed il galoppar m’è dolce, col mio destrier meccanico, per queste bianche strade.
Occorre comunque ricordare che la gustosa pratica del fuoristrada, un po’ soft ed un po’ hard, che HafliPinz Ti offre ai suoi soci è il frutto di impegnative negoziazioni con gli enti che gestiscono strade e carrarecce altrimenti chiuse al traffico privato. Spetta quindi ad ogni partecipante (come la gran parte dei soci già fa) trasmettere l’immagine di un Club ben organizzato e rispettoso dei luoghi visitati.
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“Notturno” curioso per HafliPinz Ti, in viaggio su una strada centenaria

Anche questa volta la meteo bizzarra non ha fatto sconti. Pioggia era prevista e acquerugiola è arrivata a tentar di scompigliare i piani… ma nemmeno HafliPinz Ti ha fatto sconti.
Dieci veicoli e ventidue partecipanti si sono trovati per gustare l’HafliPinzAperitivo nei pressi dello Splash & Spa di Rivera. Lo splash poteva sembrare ambiguo, ma la buona idea di Nathan di imbandire l’hors d’oeuvre nel sottopasso autostradale, ci ha risparmiato l’aspersione dal cielo.
Un cordiale saluto d’entrata con un brindisi è stato di buon auspicio. Angelo e Vittorio hanno dato il benvenuto e comunicato agli autisti le dritte relative al percorso del convoy e così ci si è messi in marcia. Su verso il passo del Monte Ceneri indi in discesa in direzione di Robasacco che, secondo le recenti ricerche etimologiche, deriva da Roba de Sacco ovvero Cose del Casato dei De Sacco che, nel tardo Medioevo, si era spinto dalla Mesolcina fin sulle pendici del Monte Ceneri. Lontano erede dei De Sacco il ‘nostro’ Giuliano ha guidato l’autocolonna attraverso il paese per salire poi a Meggiagra e ai Monti di Calmagnon percorrendo una strada che, nonostante la topografia attuale la classifichi poco più che un sentiero forestale, si è rivelata perfettamente mantenuta come era indicata, per la prima volta, nel Foglio topografico dell’anno 1924, ovvero Strada di 3a classe (larga almeno 2.80m).
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Gribbio! Che giornata quest’uscita con HafliPinz Ti!

Doveva essere una soluzione di ripiego a quella pianificata in Valle Maggia (annullata per gli ingenti danni causati dal tragico nubifragio) ed invece, grazie all’impegno del Comitato e, successivamente, all’entusiasmo dei partecipanti, è risultata un’escursione brillante.
Ci si è trovati puntualmente e salutati cordialmente al ritrovo di Pollegio per poi avviarci, con la nostra autocolonna, verso Nivo e Chironico.
Qui, la deviazione a gomito situata all’entrata del paese ha iniziato ad “ambientarci”.
Curiosamente indicata sulla carta topografica come strada di 2° classe (larga almeno 4 metri, ma non ci è sembrato il caso), la medesima ci ha posto qualche problema di incrocio risolto, a nostro favore, grazie al movimento compatto dei nove veicoli di HafliPinz Ti, numero indicato visivamente alla controparte dal capo-colonna. Per il tratto a strapiombo sopra Lavorgo ci siamo raccomandati alla Madonna della Salute (la chiesetta dedicata si trovava sulla nostra sinistra); indi abbiamo proseguito fino a Gribbio dove, accanto all’Oratorio di San Rocco, l’ampio terrazzo erboso ci ha permesso di schierare “radiosamente” i nostri mezzi in mostra statica davanti all’intero paesino. E i villeggianti non hanno mancato di notarli e di fotografarli.
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In Val Riviera tra grotti, cave e bunker

Alla scoperta della nostra storia militare

Sabato 17 agosto 2024, HafliPinz Ti ha proposto ai suoi associati un’escursione alla scoperta del mondo sotterraneo della Riviera.
I venticinque partecipanti si sono incontrati puntualmente ad Arbedo. Dopo i saluti e le direttive di rito l’autocolonna, formata da dieci mezzi militari storici, ha viaggiato in défilé dalla sponda orografica sinistra a quella destra del fiume Ticino fino a Lodrino.
Qui è iniziato il giro, a piedi, della linea LONA.
Stiamo parlando dello sbarramento fortificato costruito tra Lodrino ed Osogna che ci è stato illustrato dal Tenente Colonnello a/r Paolo Germann, già comandante del Settore fortificazioni 62 e memoria storica delle infrastrutture militari dell’Esercito svizzero. Grazie alla sua competenza, Germann ha ben descritto la tipologia di armamenti utilizzati e i motivi dei luoghi scelti per la dislocazione delle strutture di difesa.
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“Nümm nemm daa sfroos”: con HafliPinz Ti sui monti lariani

HafiPinz Ti non contrabbanda (andaa da sfroos), ma le canzoni dei Van de Sfroos (Davide, cantautore lariano ed il suo gruppo) contestualizzano bene l’ambiente in cui ci si è mossi quindi, per quel che ci riguarda, parafrasando una loro bella canzone: “… sui dinosauri da lamèra, con HafliPinz Ti in sü la frontiera…” (cfr. La curiera; Van de Sfroos).
Così i 20 partecipanti coi loro 7 mezzi (dinosauri da lamèra) si sono trovati giovedì 18 luglio alle 08h40 presso l’Hotel Coronado a Mendrisio. Il giorno infrasettimanale per effettuare un’uscita rappresentava una novità per l’attività del Club. La strategia vorrebbe essere quella di evitare i concomitanti affollamenti del fine settimana nelle mete escursionistiche di destinazione.
Ogni scelta ha le sue controindicazioni, ma il numero di partecipanti riscontrato sembrerebbe indicare che alcune attività sociali potrebbero essere svolte in questa modalità.
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Per San Giovanni (24 giugno) test di resilienza in Valle di Blenio

Davvero stressante la decisione se mantenere od annullare l’uscita del 23 giugno nella Valle del Sole. Si è deciso per il sì, ma domenica mattina la pioggia faceva le pernacchie ai ‘Jeeppisti’; tant’è che alcuni di loro (dopo una decisione presa di buon mattino e condivisa con il Club) hanno partecipato con i veicoli civili 4X4 perché, oltretutto, lassù c’erano soltanto 12 gradi e sulle vette nevischiava. Ma il Comitato direttivo si è preoccupato preventivamente dei suoi soci. Così, dalla sera alla mattina, ha saputo commissionare al punto di ristoro un brodo caldo per i Jeeppisti infreddoliti. Il riscaldamento delle auto civili ha evitato a molti i brividi, ma il consommé caldo è stato apprezzato da tutti.
Torniamo ad inizio giornata. Al punto di ritrovo a Semione, Vittorio e poi Angelo hanno dato il benvenuto ed orientato i partecipanti sullo svolgimento della giornata.
Il sottoscritto ha proposto un piccolo contributo culturale per approfondire la conoscenza delle Milizie napoleoniche di Leontica e del loro significato nel contesto della Festa patronale. Eccolo: Leggi tutto “Per San Giovanni (24 giugno) test di resilienza in Valle di Blenio”

20 anni celebrati al Forte Olimpio: un successo!

E perché no: “Ci chiami o Patria / tuoi figli prodighi” sono i soci che hanno risposto numerosi all’appello del vecchio Inno nazionale, nonostante dal 1961 sia la “Bionda aurora” a chiamare.
Così, domenica 26 maggio, ci si è riuniti per festeggiare il 20° di esistenza di HafliPinz Ti.
Il Comitato direttivo cercava uno scenario, una location adeguata per questa ricorrenza e, dopo la collaborazione per la visita guidata alla Collezione HAM di Burgdorf, ha fatto un’altra scelta creativa in questo 2024: la sinergia con l’AFG (Associazione Fortificazioni Gambarogno).
Quest’ultima proponeva, in contemporanea, la sua giornata delle porte aperte al Forte Olimpio di Magadino.
Giusta scelta di uno scenario adeguato per contestualizzare i nostri mezzi militari storici.
Ci siamo così trovati, per una volta, non a gustare i panorami mozzafiato delle nostre vette ma ad apprezzare, quasi in intimità familiare presso il Forte, edificato più di 100 anni fa, l’importante traguardo raggiunto dal nostro Club.
Più di 100 anni per il Forte Olimpio (ecco perché il richiamo al “Ci chiami o Patria”, a quei tempi Inno patrio), perfettamente conservato grazie all’impegno dei collaboratori dell’AFG, e più di 20 anni per il nostro Gruppo, grazie all’impegno dei nostri associati.

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