Nell’uso comune della lingua la ripetizione nel tempo da parte di tutti di un aggettivo lo trasforma in un nome noto ai più, che definisce esattamente un evento, senza bisogno di ulteriori commenti: l’Oscar, il Nobel, la Festa dei fiori, la Classica e chi più ne ha più ne metta. Fatta questa premessa d’obbligo, potrei scrivere “vedi mio commento del 04/17” e così strazierei il cuore di Vittorio che insistentemente mi ricorda l’obbligo di calepino e matita sull’uomo: lungi da me il pensiero di contraddire il nostro Guru delle ridotte.
“Repetita iuvant” diciamo noi che sappiamo di latino e di buona voglia ci accodiamo al convoy che, complice la primavera che rende birichino l’organizzatore, può avviarsi in ordine sparso seguendo l’uzzolo di ognuno, ma solo dopo aver salutato i due ospiti che per noi hanno varcato le patrie frontiere ed il presidente con la sua entrata trionfale, non alla guida, ma scarrozzato da un impettito chauffeur nel quale molti, erroneamente, hanno voluto riconoscere il Moreno.
Al controllo di Ponte di Valle si contano dodici veicoli.
A metà percorso della strada tagliafuoco di Cureggia, chi sa ha potuto vedere la compattazione sperimentale di terreni scoscesi da parte dell’Ufficio forestale cantonale.
Surprise: non ci dirigiamo subito verso la Bolla, ma affrontiamo la salita alla Asnela (forse il femminile di asnee, asinaio?) con una strada (ma c’era poi la strada?) di grande divertimento, le ruote sul ciglio senza batter ciglio. Sull’Alpe della Bolla inaspettato intermezzo pubblicitario per un prodotto innovativo: il lavaggio automatico a vapore del motore Vaporellapuch. L’evento si rivela una bufala in quanto si tratta di un manicotto cotto dal calore: pronto intervento dell’urologo di corte specialista in ogni genere di tubi. Pinzapero al Roccolo con un ritorno di fiamma del ‘sciur maestru’ che ci racconta la rava e la fava di questo dismesso metodo di uccellagione: grati applausi con gli sguardi già rivolti alle luganighe, Sirene allettatrici per le nostre papille gustative. Indi, giù a capofitto fino a Villa dove il Tito viene evacuato con una eliambulanza della Rega per l’acuirsi di una adenolaringofaringite acuta; in un primo tempo reputato in pericolo di vita, poi nettamente migliorato grazie alla suzione di due caramelle di Herbalpina: diagnosticato il Morbus Haflingeri.
Rinfrancati nello spirito non ci facciamo mancare “la Curta” di Pié d’Arla seguita da un paio di ‘montarucc’ e ‘dencin’ (termini gergali forse derivati dal ‘rugin dei colèta’) per stimolare i succhi gastrici approntati per ricevere il divin capretto di Françoise e Chico.
“Repetita iuvant etiam in autumno” (dal latino augere = aumentare) per accrescere la gioia di appartenere all’HafliPinz Ti!
Giancarlo 04.18
Autocolonna
12 veicoli (2 Pinz 710, 1 Haflinger 700AP, 4 Puch 230GE, 3 Jeep Willys MB, 1 Jeep Kaiser CJ-5, 1 AR52 Alfa Matta)
Partecipanti
25