Uscita sotto le stelle: Alpe della Bolla (*) sopra Cadro

Dopo la pubblica lavata di testa da parte del nostro capo per aver paragonato l’ultima uscita d’apertura ad un cibo quotidiano brodoso (che oggi in onore dei nostri jeeppisti TI/USA chiamerei “bread & brö”) mai più oserò ledere l’onore degli organizzatori alludendo a ripetizioni, a dei déjà-vu.
Al breefing, sentito applauso di sostegno al nostro presidente Mirto reduce da una revisione all’impianto idrico presso l’EOC, coronata da successo.
Partenza in ben assortito convoy (tre Pinz, due Hafli, tre Jeep, un Puch) verso il monte Pianezzo, con le ruote, complice la “sücina”, appena inumidite dai due guadi. Al monte ci attendevano per il Pinzaperitivo i sempre disponibili Catella Brothers in compagnia di un’arietta che scendeva dai Denti della Vecchia. Il ritorno ai veicoli è caratterizzato da uno slalom tra deiezioni bovine ben mimetizzate nell’oscurità: come da locandina si consigliava di non dimenticare la lampadina tascabile ed io, ligio ai comandi, avevo in tasca la lampadina e non la pila. Via in direzione Bolla con la sempre piacevole deviazione sulla sterratona in zona Strada di Ort e, al traguardo, operazione di parcheggio in retromarcia al buio con il duplice scopo di giudicare la perizia dei conducenti e di bloccare i soliti asociali che, dopo l’ammazzacaffè, si danno a rapida fuga senza unirsi ai cori di autoctono sapore.
Vittorio ci ha presentato i piani futuri del Gruppo nel suo 15° anno di attività (Programma 2019) e ha ricordato la scomparsa dell’amico Alex, socio storico, con il suo Pinz sempre tirato a nuovo, le sue scarpe lucide indossate sulla tuta militare e il suo aplomb serioso ma cordiale che ci aveva indotto a chiamarlo “Generale Patton”: non lo dimenticheremo!
Onore alla signora Paolina che ha servito una rustica cena condita con un bel sorriso.
Il campanile di Cadro salutava le nostre avanguardie con dodici rintocchi.

Giancarlo 2018


Autocolonna
9 veicoli (2 Haflinger 700AP, 3 Pinz 710M, 1 Puch 230GE, 1 Jeep Willys MB, 1 Jeep Kaiser CJ-5, 1 M151A2 Mutt)

Partecipanti
18

(*) Bolla è un toponimo locale.
La memoria popolare ricorda che, ancora nel 1800, nella parte bassa della conca dell’Alpe l’acqua ristagnava formando una bolla (o acquitrino o stagno o pozza d’abbeverata) dal basso fondale.
In generale, la funzione delle bolle è quella di immagazzinare acqua nei periodi di piovosità, assicurando così le riserve nei periodi di siccità: sono pertanto utili per la pratica pastorale. Inoltre, esse costituiscono un ottimo habitat sotto il profilo ecologico.
Quando la bolla sull’Alpe del Patriziato di Cadro si prosciugò, l’alpigiano fece in quel sito un orto rigoglioso di profumate verdure: questo fino a una decina di anni fa.
Oggi è tutto un pascolo.

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